[Tutorial] Bokeh, diaframma e profondità di campo.

Benvenuti nel fantastico mondo del Bokeh, che io adoro tanto e, come me, tanti altri fotografi amatoriali.

Cominciamo dalle definizioni:
Il bokeh significa letteralmente “sfocatura”, quindi possiamo definirlo, in generale, come la resa delle aree fuori fuoco di un’immagine.
L’utilizzo di obiettivi dotati di un basso rapporto focale permette al fotografo di realizzare un piacevole effetto “sfuocato”. Io ad esempio ho appena acquistato un 50mm con f/1.8, che mi fa letteralmente morire, vedere per credere:

Ma devo dire che riesco ad ottenere un ottimo bokeh anche con il teleobiettivo, il Tamron 70-300mm, acquistato ad agosto:

Ora vi dirò anche cosa potete farne di questo post… rullo di tamburi… utilizzate il bokeh per:
– arricchire l’immagine e renderla plastica e tridimensionale;
– eliminare sfondi ingombranti, come magari può essere quello domestico;
– creare delle textures;
– creare effetti particolari con le luci di sfondo.

Il concetto di Bokeh è strettamente legato a quello di diaframma. Dunque, per avere tutto ben chiaro cominciamo da questo.

Diaframma:
Esso è l’apertura dell’obiettivo, che controlla la quantità di luce che raggiunge il sensore (unitamente poi ai tempi di posa/esposizione siccome insieme regolano la quantità di luce che arriva al sensore, ma questo è un altro capitolo! U_U ). A diframma più aperto corrisponde una quantità di luce maggiore e quindi fotografie più chiare!!!! TENETE BENE A MENTE QUESTA REGOLA!!!


Dalla scelta del diaframma dipende anche la profondità di campo e l’eventualità che il soggetto risulti mosso. E’ bene sapere che non esistono dei parametri prestabiliti per ogni situazione, ma si tratta di parametri che vanno valutati al momento dello scatto. Per farvi capire meglio e prima, ho realizzato questa .gif, spero vi possa essere d’aiuto:

Come vedete, un diaframma molto chiuso (quindi con un’apertura molto piccola, come f/14 o f/22) permette di ottenere un ottimo livello di nitidezza; un diaframma molto aperto fa sì che l’immagine risulti nitida solo sul piano messo a fuoco, mentre gli oggetti a distanza ravvicinata o maggiore risulteranno sgranati e sfuocati.
Profondità di campo indica proprio questo, la proprietà di una fotografia di essere a fuoco in un certo ambito di distanze dall’obiettivo e non solo alla distanza prescelta in fase di scatto.

E, quindi, una maggiore profondità di campo consente di avere a fuoco sia il soggetto che lo sfondo della fotografia, mentre una limitata profondità di campo consente una messa a fuoco solo sul soggetto, mentre lo sfondo risulterà completamente sfuocato.

Consiglio: Per i ritratti utilizzate diaframmi molto aperti così da sfocare lo sfondo e concentrare tutta l’attenzione sul soggetto.

… and that’s all, guys! 😀

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