[Fast book reviews] “La cripta dei Cappuccini” Joseph Roth

Processed with VSCO with hb1 preset“La Cripta dei Cappuccini” di Joseph Roth è uno di quei libri che mi ha delusa molto. Mi aspettavo davvero qualcosa di più, cosa non so!

Il libro è molto simile a quello di Stefan Zweig “Il mondo di ieri”, perché trattano le stesse tematiche (ed erano anche amici) quindi la fine di un’epoca, quella dell’Impero Austro Ungarico, della ricchezza e del benessere, il cambiamento.

Il protagonista, il giovane Trotta, conduce una vita che potremmo definire passiva: si sveglia, fa colazione, esce con gli amici, cazzeggia, torna a casa e non fa nulla di costruttivo. Una vita inutile!

Io ho ammirato di più “Il mondo di ieri” che “La Cripta dei Cappuccini”, che di fondo ha una storia romanzata. Perché sebbene quello di Zweig sia molto più didascalico, analitico, enciclopedico – e quindi dopo aver letto un solo capitolo è facile stancarsi del racconto – quello di Roth si sofferma su aspetti che io ritengo poco interessanti rispetto al contesto storico. Prendiamo ad esempio la parte ambientata durante la Prima Guerra Mondiale, l’autore non dice quasi nulla, liquida tutto in pochi passi e poi puff di nuovo a casa, dove trova la moglie che nel frattempo ha intrattenuto una storia d’amore con un’altra donna. Il protagonista al ritorno dalla guerra si ritroverà a vivere una vita triste, fatta di nostalgia verso un mondo che ormai non c’è più, un mondo che non ha più spazio per l’aristocrazia e l’alta borghesia, di cui il protagonista faceva parte. Faticherà a trovare il suo posto nella società e di fatto non riuscirà mai a trovarlo.
Non so voi, ma a me ha trasmesso molto di più “Il mondo di ieri” di Zweig.

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