[Books] Ferdinando Scianna “Lo specchio vuoto. Fotografia, identità e memoria”

Ferdinando Scianna "Lo specchio vuoto" - Samsung Galaxy Note II, vscocam - Mafalda de Simone

Devo dire con disappunto che ho impiegato molto tempo a leggere questo piccolo libro, ma la colpa non è del tutto mia, perché a metà novembre ho deciso di intraprendere la lettura de “Il Signore degli anelli” che mi ha totalmente rapita, impedendomi di dedicarmi ad altro (come potete ben immaginare!!!). Nonostante la pausa, sono riuscita ad apprezzare questo libro nella sua interezza tematica, perché Scianna (se non avete letto mai un suo scritto vi anticipo che) ama riprendere a più riprese alcuni argomenti, quindi è impossibile dimenticare cosa abbia scritto in precedenza.

“Lo specchio vuoto. Fotografia, identità e memoria”: si tratta di un breve saggio scritto dal fotoreporter siciliano in occasione del “Festival della Mente”, in cui affronta la riflessione su cosa sia la fotografia oggi, ripercorrendo la storia della fotografia attraverso la memoria, l’identità e il rapporto col proprio corpo (infatti ho trovato questo libro molto più interessante di tanti altri manuali di storia della fotografia).

Molti sono i punti che mi hanno colpito. Tra i tanti preferisco riportarvi questa parte in cui Scianna ci dimostra come sia più facile essere se stessi all’interno del cubo metallico per le fototessere anziché dinanzi ad un fotografo, ad un’altra persona, forse perché in questo caso siamo troppo concentrati a dare un’immagine diversa di noi.

Il nostro rifiuto dell’immagine di noi stessi di fronte a una foto che ci è stata fatta da un fotografo rivelo uno strascico del rancore per la ferita che la fotografia ha inflitto al nostro amor proprio, e così piuttosto che ammettere che assomigliamo a quella frazione di secondo della nostra vita congelata in un’immagine nella quale non ci riconosciamo, preferiamo pensare che il fotografo che l’ha scattata sia un cane. […] Dentro quella cabina ci sentiamo al sicuro, il fotografo non c’è.

Non mancano critiche rivolte ai vari programmi di fotoritocco, poiché Scianna è tra coloro che sostengono che la fotografia sia specchio del reale:

“Personalmente sono per una fotografia che sia di reportage, una fotografia che si proponga come racconto e memoria della realtà”.

Siccome quelle che scrivo sul blog più che recensioni sono una sorta di invito alla lettura e siccome il libro è poco meno di cento pagine, direi di concludere qui con gli spoiler; però, se ne volete sapere di più, ho trovato questa splendida intervista del fotografo in cui riassume le parti più salienti del suo saggio: qui trovate l’audio.

Purtroppo quando si tratta di Ferdinando Scianna sono poco imparziale, perché lo apprezzo sia come fotografo che come scrittore e per me leggere il suo nome su di un libro significa che mi piacerà sicuramente, quindi non posso fare altro che consigliarvelo!

Trovate le altre recensioni qui.

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